Articolo di:
DANIELE "GR00VIER" COSTERNARO
Giochi, fumetti, musica post metal tamarra suonata da cosplayer e altra
robetta nerdosa. Tutte le mie antiche e nuove passioni riunite in una
manifestazione fieristica che ha monopolizzato l’attenzione di tutti i geek
milanesi nell’arco di tre giorni lo scorso weekend di marzo.
Naturalmente io sono andato prevalentemente per ragioni ludiche, ovvero
fare qualche partita di prova a dei giochini a me sconosciuti. Un po’ un
aperitivo della Play per il mio palato affamato di intrattenimento da tavolo.
Con un po’ di delusione, arrivato in fiera, ho scoperto che solo la
milanese Cranio Creations e Giochi Uniti erano presenti con dei tavoli
dedicati, il resto dello spazio dimostrativo era dedicato alla Casa del Gioco
(Tana dei Goblin), che però era prevalentemente impegnata in gioconi astratti e
gateway oltre che con una pregevolissima versione gigante di 8 Minuti Per Un
Impero. Erano comunque presenti con i propri stand Ghenos Games ( con tavoli di
Krosmaster ovviamente apparecchiati), RedGlove e Raven Distribution.
Ammetto di aver sostanzialmente snobbato tutti per dedicarmi a tempo
pieno ai giochi Cranio. Alcuni nuovi, alcuni meno ho messo le mani su tutti ed
ecco qui le mie impressioni.
GLASS
ROAD
Una delle ultime fatiche del mitico Uwe Rosenberg. Card driven con gestione risorse
attraverso l’oliato meccanismo della ruota ambientato nel contesto della
tradizione bavarese di lavorazione del vetro.
Il gioco si svolge nell’arco di 4 turni di 3 round ciascuno. Ogni
giocatore ha in mano le stesse 15 carte, ne deve scegliere 5 che giocherà
durante il round. Ogni carta rappresenta un lavoratore con i suoi benefici
annessi.
Lo scopo è costruire gli edifici messi a disposizione nel gioco (le
tessere edificio sono tante, le varie combinazioni di disponibilità
rappresentano un’alea mica male in ogni partita) attraverso la produzione e il
consumo delle varie materie prime: mattoni, carbone, sabbia, vetro. Gli edifici
sono i vettori dei punti vittoria di fine partita.
Mescolare tattica, un pizzico di fortuna, 1/3 di imprevedibilità, ma non
mettete la strategia. Shakerate e otterrete un gioco che chiede tanto e forse
non restituisce abbastanza. Forse un buon Rosenberg per famiglie, ma lo dovrei
rigiocare un paio di volte per farmi un’idea più chiara.
DUNGEON
BAZAR
Simpatico gioco del trio Cecchetto – Tascini – Luciani, per un massimo di
5 giocatori, indipendente dalla lingua.
Come suggerisce il titolo, l’ambientazione è sempre quella dei draghi e
dei guerrieri, ma questa volta i giocatori impersonano dei mercanti di armi in
combutta con il drago cattivo pronti a rifilare ai malcapitati paladini delle
armi-sola a prezzi da strozzo, ottenendo i favori del suddetto drago, girando
per il dungeon alla ricerca delle merci, gestire il proprio piccolo mercato con
meccanismi di piazzamento e maggioranze.
Il gioco è simpatico, la grafica di medio livello, le carte un po’ troppo
fragili.
In ogni caso: nel complesso non mi ha colpito favorevolmente. Sicuramente
è un gioco che riesce bene nel suo umorismo ma che paga troppo lo scotto di
meccaniche già straviste e di un tema, che dovrebbe essere in questo caso
predominante, un po’ appiccicaticcio.
Alla fine dei conti a mio avviso il troppo stroppia: alla fine della
partita mi sarei dovuto divertire a imbrogliare guerrieri sprovveduti, e invece
ho passato il tempo a fare calcoli per capire in quante mosse avrei potuto
avere il diritto di prelazione sull’acquisto di una determinata carta.
Mi riservo di riprovarlo in futuro, in ogni caso.
TALUVA
Riedizione del 2014 di un classico gioco di tileplacement di quasi 10
anni or sono per 2-4 giocatori (al momento per i boardgame 10 anni sono un’era
geologica).
Meccanica semplice e immediata: ogni giocatore ha a disposizione due
possibili azioni: espandere il territorio, cioè posizionare nuove tessere e
costruirvi sopra degli edifici, oppure causare un’eruzione vulcanica che spazza
via edifici edifici degli avversari e propri e fa crescere il territorio in
senso verticale.
Le tessere hanno ognuna tre esagoni, di cui uno è sempre un vulcano, che
rappresentano i vari tipi di terreno esistenti sull’isola. Per espandere il
territorio si può, dopo aver piazzato la tessera, costruire una capanna,
costruire una torre, costruire un tempio oppure espandere un insediamento
esistente.
Vince chi posiziona per primo abbia terminato due tipologie di edifici,
oppure, terminate le tessere da posizionare, chi abbia più edifici nel
territorio.
Non avevo mai giocato a Taluva e l’ho trovato gradevole e divertente, per
una partita. Ma non mi è venuta voglia di fare la seconda. La cosa credo
dipenda dal fatto che non amo i tileplacement (per me Carcassonne è più che
abbastanza). Perciò: se i giochi di piazzamento tessere sono il vostro pane,
Taluva è un titolo che non può mancare alla collezione. Altrimenti non è
importante averlo ma penso che vi divertirà fare qualche
partita quando lo incrocerete nella vostra ludica strada.
partita quando lo incrocerete nella vostra ludica strada.
SHEEPLAND
Altro giochino della coppia Tascini-Luciani di cui tanto avevo sentito
parlare ma che non avevo mai trovato al tavolo.
Premessa necessaria: la parola giochino non è messa lì a casoma, anche se
si tratta di un filler (a cui farei giocare senza problemi anche un bambino,
sapendo che ci possiamo divertire parecchio entrambi), in realtà è un gioco con
risvolti strategici piuttosto interessanti.
Ambientato in quella che direi essere una riproduzione della Sardegna,
impersoniamo dei pastori il cui scopo è quello di acquisire terreni e
recintarvi il maggior numero di pecorepossibile (di cui una nera che si sposta
casualmente durante la partita) per ottenere la vittoria.
Per fare ciò a ogni turno abbiamo a disposizione tre azioni, di cui la
prima obbligatoria
1) Muovere il pastore
2) Spostare una pecora
3) Comprare una tessera terreno
Muovendo il pastore si costruiscono contemporaneamente dietro di sé degli
steccati con cui andiamo progressivamente a “sigillare” le pecore dentro i
territori oltre che rendere più difficile il movimento degli avversari.
Mi ha interessato vedere come ognuno dei convenuti al tavolo abbia
applicato strategie diverse per arrivare alla vittoria: chi si è concentrato su
una sola tipologia di terreno cercando di spostarvi le pecore, chi ha
differenziato i terreni seguendo lo spostamento delle pecore, chi ha cercato di
gestire al meglio i movimenti per recintare le pecore che gli interessavano.
In definitiva mi sono decisamente divertito e mi sento di consigliarlo a
chiunque voglia un filler divertente, adatto a grandi e piccini, e direi anche
un buon modo di intrattenere dei non giocatori.
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